lunedì 23 febbraio 2009

Gli artisti dei problemi

Il senso comune dice che un problema è una specie di disavventura, di sfortuna, di catastrofe quasi. Quando qualcuno dice che c'è un problema la prendiamo come qualcosa che non doveva esserci, tutto doveva filare liscio. Per il senso comune in pratica è qualcosa che va storto. E' come se stiamo infilando un cassetto nell'armadio e un chiodino o qualsiasi altra cosa ci impedisce di farlo. E' come se stiamo realizzando un vaso al tornio e il nostro vaso ne esce deforme. Eppure qualche volta sentiamo parlare dei problemi di chi ha tanto denaro, ad esempio, o di chi ha una vita felice in coppia: i problemi di quando le cose vanno bene. Ed in quest'altra occasione esclamiamo: vorrei averli io quei problemi! Qui entra in gioco un'altra accezione del problema come conseguenza di uno stato o di una condizione o di un'azione. Il problema cessa di diventare un blocco, qualcosa che ottura la pompa dell'acqua quando annaffiamo le piante e diventa qualcosa da tenersi o da affrontare, arrivati in una certa situazione. Se devo andare ad incassare una grossa somma di denaro il trasportarla con sicurezza sarà il mio problema che, però, a differenza di prima accetto volentieri.

Ma il problema è ancora di più. E' qualcosa di ancora più positivo. Quello che spesso vediamo di un problema è solo la punta dell'iceberg. Il problema è in realtà un'opportunità travestita, come dice Paul Hawken. Pensiamo, ad esempio, alle grandi crisi finanziarie come quella del 2008-2009 e come quelle del passato: la crisi petrolifera del 1973 ad esempio o la Grande Depressione del 1929. Queste crisi come altre ancora rappresentano un'opportunità perché consentono di abbandonare abitudini e meccanismi sbagliati e perversi e di fare delle scelte più mirate e adeguate ai tempi e alla situazione. “Il problema è qualcosa che prima o puoi può essere risolto” scrive Umberto Santucci. E ancora: “il problema è una struttura euristica che istruisce un processo di ricerca con lo scopo di arrivare ad una soluzione”. E quindi, fatto il problema, trovata la soluzione potremmo dire. Un vero problema è sempre qualcosa che contiene in sé la soluzione. Con Aristotele potremmo dire che il problema è la soluzione in potenza e la soluzione è il problema in atto. Ogni problema contiene dentro di sé la soluzione, come i blocchi di marmo per Michelangelo contenevano già la statua che lui tirava fuori, liberava. I problemi sono i nostri bei blocchi di marmo di Carrara che aspettano là davanti a noi che li trattiamo con la nostra arte. Siamo noi che affrontiamo i problemi i veri artisti di oggi!

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