giovedì 12 novembre 2009

Le tre opzioni a L'Aquila

Oggi Umberto Santucci, consulente e formatore di problem solving strategico, è tornato ad insegnare in Accademia a L'Aquila per la prima volta dopo il terremoto. Umberto ha già dedicato un bell'articolo alla situazione dell'Abruzzo e in particolare del suo capoluogo, già a due settimane dall'accaduto, nell'articolo L'Aquila, le mani sulla città ferita. Se n'è anche tanto discusso dal punto di vista del problem solving nel gruppo Problem Telling su Facebook. All'indomani del terremoto avevo promesso che avrei seguito gli aggiornamenti della situazione per imparare la grande lezione che questo disastroso evento (per colpa degli uomini) sta fornendo a tutti coloro che hanno voglia di apprenderla. Perciò ho chiesto a Umberto di mandarmi le sue impressioni a caldo dalla città. Eccole qui di seguito.
Oggi ho fatto la prima lezione del corso all'Accademia dell'Immagine dell'Aquila. E' la prima volta che torno all'Aquila dopo il sisma. Ho fatto un giro nel corso principale, una delle pochissime vie accessibili. Oltre alla grande impressione della città deserta, mi hanno colpito piccoli particolari che si notano in situazioni apparentemente "normali": una crepa, un cartello a pennarello, un pilastro tutto imbracato. Anche nella foto della sede dell'INPS sembra tutto a posto, ma manca un pezzo di balcone e qua e là i blocchi di marmo sono disconnessi.
Ora si prospettano tre possibilità:
1. farne un grande rudere abbandonando tutto e trasferendosi altrove;
2. dare tutto in mano a cosche politico/camorristiche che demoliscano il più possibile per ricostruire ispirandosi a Castel Volturno;
3. ripristinare il più possibile le facciate per recuperare il volto della città, e ricostruire bene all'interno, con criteri innovativi.
L'ipotesi 3 è la più auspicabile, la 2 è la più probabile, anche se gli amici aquilani mi hanno detto che il prefetto si sta dando da fare nel contro
llo dei subappalti.

Fin qui la nota di Umberto. Se vogliamo sono le tre opzioni fondamentali per qualsiasi edificio nella città dell'aquila. E credo che tutta la serie di case che il governo sta costruendo ex novo vadano nell'ottica del primo punto perché comunque si tratta di edifici di nuova urbanizzazione. E' vero che costruire nuove case costa meno che ristrutturare le esistenti ma questo significa far dei centri abitati terremotati dei centri fantasma. Oppure delle grandi occasioni per le infiltrazioni mafiose per i cantieri della demolizione oltre che per quelli della costruzione. Ecco perché il terzo punto è il più auspicabile e il più conveniente, io credo. Il terremoto è stato un evento la cui possibilità non è stata presa in considerazione o trascurata pur essendo l'Abruzzo zona sismica e L'Aquila terreno che amplifica gli effetti dei terremoti. Abbiamo avuto una chiara dimostrazione che occorre prevenire gli eventi ponendoci dei problemi prima che accada l'inevitabile. Ora occorre prevenire un altro disastro socio-economico: il declino della città e della regione. Quali i problemi in campo? La parola ai commenti e a prossimi post in proposito.

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