domenica 8 agosto 2010

Tre lezioni di problem solving di Machiavelli

Il Sole 24 ore di oggi, Domenica 8 agosto 2010, procede con la sua carrellata di personaggi del passato a cui guardare per risollevare le sorti del presente. Domenica scorsa, 1 agosto 2010, ci siamo occupati di uno di essi: il capitano Achab del romanzo Moby Dick di Melville.  Questa volta segnalo Lo scienziato prestato alla politica, l'articolo di Gabriele Pedullà dedicato a Niccolò Machiavelli. Questo perché nell'articolo a pagina 12 dell'edizione cartacea de Il Sole 24 ore, sono ricordate tre piccole lezioni che questo uomo rinascimentale ci ha lasciato nelle sue opere. Sono tre lezioni che riguardano il giusto atteggiamento nei confronti dei problemi. Quindi, in questo blog sul problem solving (che è l'intero processo di definizione, racconto e soluzione del problema), non potevamo evitare di segnalarle.

  1. La prima lezione è che "le crisi giungono improvvise soltanto perché  non sappiamo riconoscere gli infiniti segni che le preannunciano". Pedullà riferisce come Il principe sia pieno di riferimenti al fatto che gli uomini riconoscono i problemi solo quando è troppo tardi. Pensiamo, per intenderci,  alle previsioni degli analisti finanziari  che non hanno riconosciuti i segni della crisi del 2009. Ma mi viene da pensare anche a quando in Abruzzo, durante l'ultimo terremoto, non si sono tenute in debito conto le scosse precedenti a quelle poi fatali che hanno distrutto il capoluogo e altri centri. Su questo si può leggere un post all'indomani del terremoto che riporta alcune testimonianze. Oppure pensiamo allo Tsunami del 26 dicembre 2004? Alcuni pescatori si salvarono perché videro che il mare si era ritirato.
  2. La seconda lezione introduce quindi la prudenza politica (e non solo) che "consiste precisamente nella capacità di leggere in anticipo gli indizi". E' come avere delle antenne sempre rizzate e pronte a cogliere il minimo segnale oppure dei sensori pronti a cogliere il minimo cambiamento. La chiave per non farsi sorprendere, infatti, è tutta nelle informazioni. E' questa una delle ragioni per cui lo spionaggio è tenuto in grande considerazione da stati e multinazionali. Chi è interessato al rapporto tra problem telling e politica può leggere un post in proposito.
  3. La terza lezione ci dice che non serve temporeggiare di fronte a un problema  senza mai affrontarlo. Questo la dice lunga sull'inutilità di palliativi e di piccolo correttivi. Il problema va, invece, affrontato alla radice. Intendiamoci, qualche volta serve temporeggiare quando per esempio hai forze inferiori al nemico e quindi è meglio ricorrere alla guerriglia piuttosto che alla guerra aperta. E' quel che successe con il dittatore romano Quinto Fabio Massimo Verrucoso, detto "il temporeggiatore". Fu accusato di codardia e fu deposto ma i romani andarono incontro a quella che fu una delle loro principali disfatte: la battaglia di Canne.

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